Questa è la recensione che ho scritto per la rivista ROMA SI' (numero SETTEMBRE).
Buona lettura!!!
FIGHT CLUB
Chuck Palahniuk, Mondadori, 2003.
Il protagonista, il cui nome non viene rivelato, ha una vita ordinaria, un lavoro fisso e una casa da single che sembra uscita da un negozio di arredamenti. In realtà la normalità che permea la sua esistenza è solo un velo di ipocrisia che ricopre lo squallore di un lavoro impiegatizio altamente stressante alle dipendenze di un capo ottuso e prevedibile. La sua casa poi è ordinaria, priva di personalità, come il suo proprietario: prevedibile anch’egli e soprattutto apatico.
Ma il conformismo probabilmente non è un tappo sufficientemente grande per il vaso di Pandora che è la mente del protagonista e LUI comincia a soffrire d’insonnia. Riesce a dormire solo frequentando gruppi di sostegno per malati di cancro, fornendo ogni volta generalità diverse, perché solo fingendosi un’altra persona riesce a sentirsi autorizzato a piangere e a dormire sonni tranquilli. Finché non arriva Marla, una disadattata e un’imbrogliona di professione. E’ lei che porta l’imprevedibile nella vita del protagonista e che rischia di riportarlo nell’abisso dell’incertezza da cui è venuto. E infatti LUI comincia di nuovo a non dormire, e un giorno incontra Tyler Durden che di ordinario non ha proprio niente: fa il proiezionista, ma solo per inserire fotogrammi osceni in film per famiglie, e fa il cameriere, ma solo per poter fare pipì nelle portate dei clienti. Sarà Tyler a trascinarlo, non si sa come, in una serie di eventi che porteranno alla nascita dei Fight Club, ritrovi in cui gli uomini si pestano a sangue come atto liberatorio per far pace col mondo. Fino a quando Tyler esagera e organizza gruppi di sabotatori per distruggere il mondo e le sue convenzioni. Tutto ciò che è ordinario ora diventa il nemico assoluto. Il protagonista cercherà di fermare Tyler, ma si renderà conto di essere sempre più impotente, perché Tyler potrebbe essere qualcosa di più di un socio, potrebbe essere ciò che LUI vorrebbe essere. E allora, come si fa a combattere contro se stessi? L’amore per Marla è ragione sufficiente per farlo?