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deliri semiseri

giovedì, luglio 26, 2012

LA CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE


Questa è la recensione che ho scritto per la rivista ROMA SI' (numero luglio/agosto pp.22-23).
Buona lettura!!!

LA CASA PER BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE


Ransom Riggs, Rizzoli editore, 2011.

Fin da quando era piccolo Jacob amava ascoltare i racconti che suo nonno Abraham faceva della sua infanzia. Erano storie straordinarie che parlavano di un orfanotrofio su un’isola, un posto speciale,dove vivevano in armonia bambini dotati di capacità fuori dalla norma: c’era chi era invisibile, chi lievitava, chi aveva una forza sovrumana, chi si trasformava in uccello, chi aveva due bocche… e c’erano anche delle foto a testimoniarlo.
Ma già a sette anni Jacob inizia a dubitare della versione dei fatti riportata dal nonno, e a sedici anni è ormai certo che i suoi racconti siano frutto di fantasia e del suo rifiuto a elaborare gli eventi che ne hanno segnato l’infanzia:la Grande Guerra e la minaccia nazista.
Eppure alla morte di nonno Abraham, avvenuta in circostanze tragiche e misteriose, il dubbio diventa pressante e la ricerca di una risposta si fa urgente. Crescere significa scegliere. E in questo caso Jacob crede che la sua scelta debba essere quella di lasciarsi alle spalle le fantasie dell’infanzia.
Quindi parte alla volta dell’isola, alla ricerca dell’orfanotrofio e di testimonianze in grado di confermare le sue certezze, ma quello che troverà rimescolerà le carte in tavola e sconvolgerà la sua vita e quella di chi gli sta intorno. Perché dove più forte è la luce, le ombra sono più marcate, e quelle che inquietavano il nonno ora sono reali e in grado di saltare nel tempo, distruggendo il passato e minacciando il futuro.
“La casa per bambini speciali di Miss Peregrine” esce in America all’inizio del giugno 2011 per Quirk Books. La 20th Century Fox acquista i diritti per l’adattamento cinematografico e il passaparola decreta il successo di questo romanzo che raggiunge il 2° posto nella classifica del “New York Times” con oltre 200.000 copie vendute in poche settimane. Esce nelle librerie italiane a novembre 2011 per la Rizzoli.
“Miss Peregrine” è l’esordio letterario di Ransom Riggs, diplomato alla Scuola di Cinema e televisione della University of Southern California, autore di cortometraggi e collezionista di fotografie d’epoca. La sua formazione e il suo interesse per le componenti visive si sentono decisamente nel romanzo, a partire dal fatto che una storia come questa, tutta incentrata sulla scelta se credere o meno alla versione del nonno, sia supportata da testimonianze fotografiche.
Risulta anche curiosa, e affascinante al tempo stesso, la scelta dell’autore di costruire una storia prendendo spunto da fotografie di perfetti sconosciuti scovate nei mercatini o in collezioni private, immagini misteriose che hanno suscitato in lui una serie di domande: chi sono queste persone? Cosa stanno facendo? Lo stanno facendo sul serio o sono fotografie ritoccate?
E queste sono anche le domande che si fa Jacob. E che ci facciamo anche noi.
Per Jacob saranno uno spunto per superare definitivamente l’infanzia e per trovare una propria identità in un momento critico della crescita qual è l’adolescenza. Perché nella quotidianità Jacob non ha amici, ma ne troverà molti in una dimensione parallela, e a un certo punto dovrà scegliere se assumersi o meno le proprie responsabilità.
Più che a Harry Potter con la sua magia, il protagonista somiglia a Peter Pan, il capo degli eterni bambini sperduti nell’Isola-che-non-c’è.
Tuttavia la componente visiva (copertina e fotografie) e l’efficacia narrativa non mancano di evocare le atmosfere dei film di Tim Burton (che non a caso pare stia lavorando all’adattamento cinematografico del libro per la 20th Century Fox).
In particolare ricorda “Big Fish”, la storia del viaggio di Will nei racconti incredibilmente fantasiosi della vita di suo padre, alla ricerca della verità razionale. 

Un percorso che porterà il protagonista, a scoprire il gusto per la narrazione e a riconciliarsi con il padre. In questo caso l’accostamento con “Miss Peregrine” viene naturale sia per la tematica (dalla presa di distanza dal genitore/nonno, alla costruzione della propria identità attraverso la storia di chi è venuto prima) che per il sapore tipico delle favole inquietanti burtoniane.
La narrazione, poi, è sapientemente costruita grazie anche agli indizi che Riggs semina per tutto il libro, ma che raccoglie al momento giusto, ed è supportata da una scrittura fresca e efficace, senza fronzoli e dispersioni, come è giusto che sia la voce di un adolescente qual è l’io narrante.
Il finale apre le porte ad altre domande (e Riggs sta già scrivendo il seguito), ma una risposta ce la lascia: i mostri, reali (i nazisti) o meno (i ‘Vacui’ e gli ‘Spettri’), sono ovunque, tutt’intorno a noi, ma si possono combattere anche senza doti soprannaturali, perché si è speciali anche senza super poteri.



LIBRI E FILM PER RESTARE IN TEMA

  • “Gli incubi di Hazel” di Leander Deeny, Newton Compton editori, 2008.
Hazel è una ragazzina di otto anni. I suoi genitori sono partiti per l’Egitto e l’hanno affidata alla terribile zia vedova che abita in un maniero per niente rassicurante. Unica compagnia uno strampalato cugino e delle strane, stranissime creature. Hazel si ritroverà alle prese con un mondo sottosopra, in un giardino spaventoso e accogliente allo stesso tempo.
Come a dire che la noia e la rabbia attivano risorse sconosciute.
Non si capisce più che è la vittima e chi il carnefice, tutto cambia, perchè la vita è un'eterna fonte di sorprese.
  • “Il labirinto del fauno” scritto e diretto da Guillermo Del Toro (Spagna-Messico- USA 2006)
Nella Spagna 1944 il potere è saldamente nelle mani della dittatura franchista. Una giovane donna, Carmen, sposa lo spietato capitano dell’esercito Vidal. La figlia di lei, Ofelia, fugge alla crudeltà del patrigno e al dolore per la malattia della madre rifugiandosi in un mondo fantastico, un universo di cui lei è la principessa, figlia del re. Per raggiungerlo, il fauno, custode dell’ingresso per l’altra dimensione, le richiede di superare delle prove. Un film che riesce a raccontare l’orrore della dittaura con gli occhi innocenti dell’infanzia, in un equilibrio estremo tra fiaba e dura realtà, tra delicatezza e spietata crudeltà.

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